Day 3: The countryside
Rieccomi qua. fra una gta e l'altra, ho parecchio tempo libero visto che gli altri si svegliano a tarde ore la mattina e invece io non resco a non svegliari al sorgere del sole. X cui, ho tutto il tempo x commentare le foto, uploadarle su picasa, e scrivere qua un breve diario.
Allora, l'altro ieri siamo saliti su una fuoristrada mercedes scassatissima - che qua pero' passa x 'relativamente nuova'. E ci siamo avventurati verso il lago Kivu, nella provincia Orientale, al confine con la Repubblica Democratica del Congo. La destinazione era Kibuye, una localita' bellissima ma prima di arrivarci, c'erano 126 km di tornanti e saliscendi nella campagna ruandese...
Il panorama e' a dir poco, affascinante, con colline (ma chiamiamole pure montagne) ripidissime e scoscese dappertutto. Eda vederle capisci come questo posto abbia la stessa densita' abitativa dell'Olanda: quasi dappertutto, le colline son coltivate anche nei pendii piu' scoscesi, a sfruttare qualunque spazio a disposizione. Stranamente, le coltivazioni a errazza caratteristiche del paesaggio italiao in sone simili (es Liguria) qua son abbastanza rare. Marie mi ha detto (mi par di ricordare) che molto semplicemente, la gente non c'ha mai pensato. Credo dipenda dal fatto che la occupazione Bantu' di queste terre sia un fenomeno abbastanza recente, 600 anni max. La foresta, originale o meno; che copriva le colline e' ridotta, ma ancora presente, contrariamente a quel che mi aspettavo dalla lettura di "Collapse" di Jared Diamond - mi sorge il dubbio che l'autore non abbia mai visto il paese, ma si sia basato su resoconti di terza mano. Ad ogni modo, la situazione varia da punto a punto, con le zone piu' impervie ancora inonse x il semplice fatto che con le pioggie torrenziali caratteristiche della zona qualunque coltivazione verrebbe dilavata a fondovalle. Ma vabbe', io non son un esperto nel campo. Ogni piccolo appezzamento e' diviso in lotti dove cose differenti son coltiva, e solitamente uno spazio e' riservato alle banane che sembrano essere lo staple food della zona.
La popolazione e' apparentemente quasi tutta lungo la striscia pedonale della strada, camminando da e verso le loro cse da fare... Le case son fatte x la maggior parte di mattoni cubici di fango, non cotti ma seccati al sole. Spesso le case non son neanche intonacate, ma la cosa piu' sorprendente che ho notato e' che nessuna ha un fumaiolo x espellere il fumo cosicche' questo percola dalle fenditure fra le tegole. Ora capisco gli sforzi dell'Onu a cercare di fornire questa gente dei fornelli 'puliti' x diminuire le malattie polmonari che apparentemente mietono antissime vitime.
La gente veste davvero modestamente, con magliette color della terra (rossa, argillosa), probabilmente di quarta o quinta mano, eppure parecchi vestono giacca e pantaloni con una dignita' particolarmente africana. Le donne, come in tutto il mondo, variano nel vestire piu' degli uomini, mentre i bambini x lo piu' vestono cose 'avanzate'. Non e' raro vedere bambini curvi sotto il peso di bidoni d'acqua, o tegole portate sulla testa, eppure si vedon anche bambini che giocano allegri in un canale di scolo (!) o inseguono le onnipresenti caprette al bordo della strada, alquanto pericoloso visto che le macchine sfrecciano a velocita' autostradali (nostra compresa, ahime', nonostante quel che si dicesse all'autista).
Avvicinandosi al lago, e risalendo verso quota 1500 m, la vegetazione cambia, con eucalipti (nativi o importati?) e conifere, ed altri alberiche in eurpa non vedresti mai nello stesso posto, tipo cactus. Il paesaggio qua mi ricorda della Sardegna in alcune zone montane, probabilmente solo perche' son le uniche montagne che conosco bene.
Il lago e' fenomenale, con le colline 'a gaussiana' che spuntano dall'acqua, peccato x l'aria sempre un po' fosca...
A piu' tardi x la visita in barca alle isole sul lago, inclusa quella con una colonia di pipistrelli frugivori (credo - spero).